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Buongiorno gente di poca fede, ma tanta speranza

Dopo un anno di liceo a Torino una ventina d'anni fa, l'Italia è diventata la mia seconda casa. Due famiglie italiane sono diventate la mia seconda e terza famiglia. Purtroppo non ci sono molte occasioni per utilizzare le mie conoscenze d'italiano nella vita quotidiana. Meno male che c'é l'Istituto di cultura italiano ad Oslo. Quando ce la faccio, ci vado agli incontri di lettura della Divina Commedia di Dante Alighieri.

Una di parecchie cose diverse tra gli italiani ed i norvegesi, è il senso del gruppo. In Norvegia siamo individualisti. Sei più libero per fare i cazzi tuoi, senza che nessuno dice che è una idea stupida, o che non ce la farai. Ma giusto per quello, che vai lasciato in pace, ti fa anche sentire meno amato e più solo. Quando stavo in Italia, ero timidissima. Gli amici dei miei fratelli ospitanti, che erano anche loro all'estero, ma in altri paesi, si preoccupavano di me. Rimanevo purtroppo timida ancora un paio d'anni, ma non ero così sola che sarei stata senza di loro.

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